5 attività da fare ad Orosei

Una delle mete più amate dai vacanzieri in Sardegna, Orosei, è conosciuta ai più per il mare cristallino e le sue innumerevoli spiagge. Ma ad un vacanziero più attento, non sfuggiranno le numerose attrazioni che si trovano nel suo territorio. A partire dal suo centro storico, uno dei meglio conservati nell’Isola, ma per il quale ci soffermeremo in un articolo a parte, meritano una menzione le tante aree umide costiere, il Monte Tuttavista, i “golleis” (altipiani basaltici) ed i colli granitici nella zona di Cala Liberotto, nella parte nord del territorio comunale.

Ma veniamo a noi, ecco i nostri consigli sulle migliori attività all’aria aperta da fare ad Orosei:

1. Fare un trekking nel Monte Tuttavista

Il bastione calcareo che domina la valle del Cedrino dall’alto dei suoi 806 mt, è certamente una delle mete più snobbate dagli escursionisti che alloggiano nel centro balneare di Orosei. Si preferiscono mete più altisonanti, quali il Monte Corrasi ad Oliena, il Monte Novo San Giovanni ad Orgosolo, o più in generale tutto il comprensorio del Supramonte, tralasciando però quello che a tutti gli effetti è un Supramonte in miniatura.

Partendo dalla vecchia chiesetta di Loddhusio, oggi praticamente un rudere, partono alcuni percorsi di trekking molto interessanti che arrivano fino alla cima del massiccio, passando per zone di interesse archeologico, come la domus de Janas di Sa Petra Ruja, le fornaci della calce utilizzate fino ad epoca recente, e vecchie scale dei pastori. Nel corso delle escursioni si attraversano boschi di leccio e macchia mediterranea di grande pregio, fino a giungere alla vedetta, o se si prosegue ancora, fino al Cristo bronzeo o alla cima, dove in tutto il suo spettacolo vedrete un panorama mozzafiato, e finalmente capirete perché questa montagna è stata chiamata in questo modo.

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2. Andare in bicicletta nell’area di Su Barone

Tutto il litorale che va dalla caletta di Osala, o Osalla che dir si voglia, nei pressi del confine con il comune di Dorgali, sino alla parte alta del Golfo di Orosei (che termina nella Punta Nera, non a Capo Comino come oramai molti asseriscono), forma insieme all’ultima parte del Fiume Cedrino un’area umida di notevole importanza. Un tempo queste zone erano insalubri e pericolose. Vuoi perché tutta quest’area era un’enorme palude, dove le zanzare Anopheles, vettori della malaria, regnavano indisturbate, sia per il rischio di incontrare qualche viaggiatore dal nord Africa, poco avvezzo agli scambi culturali.

Ai tempi nostri però, di pirati non se ne vedono più, e i rimboschimenti a pineta, il riargino di fiumi e stagni e cordoni di sabbia dorata, hanno reso il luogo un autentico paradiso. Vista la vastità dell’area, consigliamo una visita in bicicletta, meglio una mtb. Numerosi sentieri (non segnati) infatti attraversano l’oasi di Su Barone, lasciando a chi li percorre una sensazione di meraviglia che lascia esterrefatti. D’estate poi, un bagno nelle acque limpide o una sosta in uno dei tanti chioschetti nei pressi della spiaggia, sono un ulteriore incentivo per non perdersi questa visita.

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3. Girare in Kayak nello stagno di Sa Curcurica

Prima degli anni 60′ del Novecento, lo stagno di Sa Curcurica, al confine meridionale dell’Oasi di Biderosa, doveva apparire decisamente diverso. Come gran parte degli stagni sardi infatti, raramente riusciva a sfociare in mare, creando un interrimento nei pressi della strada che oggi porta al parcheggio della pineta. In quegli anni (1959) infatti, fu prevista la realizzazione del canale di congiunzione tra lo stagno ed il mare, a servizio della futura peschiera. I lavori non furono mai ultimati, e questo ha creato notevoli difficoltà di collegamento, ed un abbandono pressoché totale della suddetta peschiera.

Lo scarso apporto dei piccoli fiumiciattoli (Riu Pischina e Riu Sa Mela), ha modificato il grado di salinità dell’acqua dello stagno, dovuta all’acqua del mare in ingresso, specialmente tramite le maree. Questo ha però garantito, specialmente d’estate, un apporto costante di acqua, facendo mantenere un livello soddisfacente a quello che a tutti gli effetti oggi si può considerare un piccolo lago. Attraverso un mezzo lento e rilassante come il kayak, è possibile esplorare gran parte di questo splendido bacino. Lo scenario che si presenta agli occhi è spettacolare. La quinta scenica dei monti granitici di Istiozza e Biderosa, che si affacciano nelle acque ferme dello stagno e la cornice dei boschi dell’Oasi di Biderosa rende questo luogo affascinante. Per godere appieno della tranquillità dell’Oasi, vi consigliamo di provare l’esperienza al tramonto!

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4. Immersione alla scoperta del relitto del KT12

Uno strano gioco del destino, vede il Safari, temibile sottomarino inglese, far rientro a casa in Inghilterra, facendo sfoggio del Jolly Roger, la tradizionale bandiera dei pirati. Proprio in quella costa dove fino a non troppo tempo prima sbarcavano i pirati barbareschi, si aggirava proprio il Safari, impegnato in piena seconda guerra mondiale a sorvegliare e affondare diverse imbarcazioni dell’Asse. La più importante e conosciuta di queste è senz’altro il KT12, dove KT stanno per Krieg Transporte, ovvero navi da trasporto militare della marina tedesca. L’imbarcazione che partì dal porto di Livorno e si dirigeva verso il nord Africa, venne colpita da un siluro e si spezzò in due, sviluppando un incendio furioso dovuto ai numerosi barili di carburante che trasportava. Dei 30 uomini dell’equipaggio solo alcuni si salvarono, aiutati poi dagli abitanti del posto. Gli oroseini chiamarono quella nave la petroliera, poiché recuperarono alcuni fusti scampati all’incendio.

Oggi è adagiata su un fondale sabbioso a 34 metri di profondità, con il caratteristico cannone puntato verso l’alto, ed è diventata un riparo per diverse specie marine, nonché attrazione per chi pratica immersioni. I numerosi subacquei che vengono a vedere uno dei relitti più belli del Mar Mediterraneo, rimangono ammirati ad osservarla a lungo, come fece nel lontano 1943 l’equipaggio del Safari, che rimase in attesa ad osservare la scena, mentre la lancia di salvataggio tedesca recuperava i pochi superstiti, prima che la nave affondasse definitivamente.

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5. In quad nei monti di Istiozza

La zona che si trova antistante alla ben più conosciuta Oasi di Biderosa, a ridosso della S.S. 125, è un’area di rara bellezza naturalistica. Nelle montagnole granitiche di Istiozza, poste ai confini con Siniscola ed Onifai, si trova una natura ancora selvaggia ed in parte incontaminata. Percorrendo le numerose strade sterrate, vi troverete improvvisamente catapultati in un mondo lontano anni luce dalla frenesia della costa. Potete scegliere diversi mezzi per girare in questa parte del territorio di Orosei, ma secondo noi il quad è quello più indicato.

Questi paesaggi possono essere considerati come un parco giochi per i più avventurieri. Foreste di macchia mediterranea, paesaggi lunari e architetture agropastorali come la chiesa di Santu Juanne Istranzu, sembrano uscite da uno scenario western, e difatti si dice che negli anni ’70 del secolo scorso in queste zone son stati girati spezzoni di film sul Far West. Non mancano i monumenti naturali, come Su Poju ‘e Su Cantaru, piccole cascatelle che si intervallano a conche granitiche dove ci si può fare il bagno, crinali granitici, piccoli “paules”, ovvero acquitrini temporanei e poco profondi dove ristagna l’acqua piovana, né quelli archeologici, come Tombe dei Giganti o Domus de Janas, testimonianze preistoriche di culti funerari. Un vero paradiso per i più avventurosi!

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Ad ogni modo, i territori comunali sono una costrizione geografica che usiamo come semplificazione per delimitare un territorio. A pochi chilometri da quello che abbiamo descritto qui sopra si trovano altrettante meraviglie che aspettano solo di essere scoperte. Ma da qualche parte bisognerà pur iniziare. Per cui, buon divertimento e ci vediamo al prossimo articolo dove vi parleremo di qualche altra meraviglia della nostra Sardegna!